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Stromboli senza AMBULANZA e il MALATO SALE…in “TAXI”: Si PUNTA a diventare Comune 

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Ormai da un mese e mezzo, l’ambulanza elettrica è tristemente ferma a Stromboli. Costretta a cedere il passo a mezzi di fortuna pronti a fungere da 118 nei casi di necessità per il trasporto di pazienti fino all’elisuperficie dell’isola. Dallo scorso 18 settembre, ovvero da quando si è concluso il rapporto di collaborazione tra la Croce Rossa e l’Asp , con la presenza di proprio personale per guidare il mezzo, sulla vulcanica isola si è tornati all’antico. Cioè ad inizio agosto, quando l’incidente occorso ad un giornalista fece accendere i fari portando a questa intesa dell’ultima ora di appena un mese. Ma è chiaro che su un’isola che vive disagi 365 giorni all’anno è inaudito che la sanità debba essere sempre in emergenza. Infatti succede nuovamente che un paziente, in questo caso un giovane residente, colto da malore è stato trasportato d’urgenza non dall’ambulanza o mezzo attrezzato ma su una auto elettrica usata come taxi turistico. «Non è accettabile – afferma Rosa Oliva, presidente della Pro Loco di Stromboli – che l’isola abitata stabilmente tutto l’anno, meta di turismo internazionale venga privata del diritto fondamentale alla salute e sicurezza, non si può continuare a contare solo sulla volontà, forza dei residenti e degli operatori presenti che si trovano spesso a dover fronteggiare le carenze di un sistema pubblico carente».

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«Non si può continuare – aggiunge – senza un presidio sanitario attrezzato senza un mezzo di pronto soccorso stabile. Non si chiedono privilegi solo diritti, rispetto e sicurezza per tutti gli abitanti che scelgono di restare sull’isola nonostante tutte le sue difficoltà. Dobbiamo aspettare che ci sia un morto o un personaggio pubblico noto per rimediare a questo problema?».

Oliva lo scorso 4 e 5 ottobre ha organizzato il convegno “Stromboli, quale futuro”. Dopo il convegno e l’azione simbolica dell’accensione del faro, ha scritto una lettera diretta al ministro della Protezione civile, Nello Musumeci: “Abbiamo bisogno di vicinanza e ascolto – ha scritto – parliamo di essenziali diritti umani. Sono stati anni duri, dall’incendio e seguente alluvione del 2022 ad oggi, le ferite sono evidenti e aiutare è un dovere visto che Stromboli è patrimonio dell’Unesco”. Una lettera inviata al ministro prima degli Stati gli generali sulle isole minori che si sono tenuti a Lipari il 10 e 12 ottobre. Adesso però la protesta è passato alla decisa volontà di separarsi da Lipari: “In quell’occasione è emerso coma fattore di forte preoccupazione quello dello spopolamento delle isole minori marine – ricorda Fulco -. Ebbene Stromboli anche da questo punto di vista è in controtendenza: quest’anno abbiamo 94 bambini iscritti alla scuola materna elementare e media. Questo è un motivo in più per avviare un percorso virtuoso che potrebbe vedere Stromboli come modello pilota per l’autonomia, che assegni ad ogni piccola isola marina le giuste attenzioni per creare comunità inclusive, dove una vita il più possibile normale sia sostenibile”. “Noi chiediamo questo – aggiunge Oliva -: nell’ambito delle norme che saranno emanate dal disegno di legge che terrà conto dei punti emersi agli Stati generali, volete adottare Stromboli come isola pilota? Siamo in crescita demografica in contro tendenza anche col dato nazionale e se c’è la volontà possiamo dimostrare che l’emigrazione non è l’unica soluzione”. Dalla protesta per l’isolamento istituzionale e le carenze infrastrutturali è nato il tentativo concreto di indire un referendum attraverso una raccolta firme. Il comitato per la separazione ha avviato una campagna per raggiungere i numeri necessari per attivare le votazioni referendarie: Stromboli attualmente ha 600 residenti, 530 aventi diritto di voto, ma solo nel comitato promotore sono in 200. Il risultato dell’iniziativa è, sostanzialmente, già scritto.

(Giovanni Luca Perrone)

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