New York – L’ultima grande notte di Flushing Meadows ha consacrato ancora una volta Carlos Alcaraz. Lo spagnolo ha battuto Jannik Sinner in quattro set, con il punteggio di 6-2, 3-6, 6-1, 6-4, conquistando così il suo secondo titolo agli US Open e il sesto Slam della carriera, un traguardo che lo inserisce definitivamente tra i fenomeni assoluti della storia recente del tennis. Per l’altoatesino, alla seconda finale Major del 2025 persa contro lo stesso avversario, resta l’onore di aver lottato alla pari per larghi tratti, ma anche l’amarezza di non aver saputo approfittare delle poche occasioni concesse da un rivale in serata di grazia.

La partita si è aperta con un primo set a senso unico, dominato dalla pressione di Alcaraz. Lo spagnolo ha preso immediatamente in mano gli scambi, imponendo un ritmo altissimo e costringendo Sinner a rincorrere. I colpi in anticipo e la varietà tattica del numero due del mondo hanno disarmato l’azzurro, incapace di trovare continuità al servizio e punito da un 6-2 che sembrava già indirizzare l’incontro. La reazione dell’italiano non si è però fatta attendere. Nel secondo parziale Sinner ha alzato sensibilmente il livello, aumentando la profondità dei colpi e cercando con più coraggio la diagonale di rovescio. L’equilibrio si è spezzato nell’ottavo game, quando l’altoatesino ha trovato il break con una serie di risposte aggressive che hanno ribaltato l’inerzia. Con il 6-3 ha riportato il match in parità, alimentando l’entusiasmo del pubblico tricolore presente sugli spalti. Il terzo set è stato il momento cruciale della finale. Alcaraz ha cambiato marcia e ha dato vita a un tennis quasi irresistibile con velocità di piedi, difese trasformate in contrattacchi vincenti e un servizio tornato preciso nei momenti chiave. Sinner ha provato a reggere lo scambio, ma si è trovato travolto dall’intensità dello spagnolo, che in poco più di mezz’ora ha chiuso 6-1, rimettendo la sfida su binari favorevoli. Da lì in avanti il margine psicologico è diventato sottile e il quarto set si è trasformato in una battaglia nervosa. L’azzurro ha provato a restare agganciato, affidandosi al coraggio del dritto lungolinea e a qualche soluzione a rete, ma nei momenti decisivi Alcaraz ha mostrato una solidità granitica. Sul 4-4 ha strappato il servizio all’avversario con due colpi vincenti di pura classe, per poi chiudere senza tremare con il turno di battuta successivo. Il 6-4 finale ha consegnato allo spagnolo l’abbraccio trionfale del pubblico dell’Arthur Ashe Stadium.
Le statistiche raccontano bene la dinamica dell’incontro. Alcaraz ha chiuso con il doppio dei vincenti rispetto a Sinner, confermando la sua capacità di prendersi rischi e di trasformarli in punti. L’italiano ha sofferto soprattutto con la seconda palla di servizio, terreno su cui lo spagnolo è stato spietato, aggredendo spesso in risposta e guadagnando metri preziosi. La differenza non è stata tanto negli errori, piuttosto contenuti da entrambe le parti, quanto nella capacità di Alcaraz di incidere nei momenti che contavano, un dettaglio che spesso fa la differenza tra chi vince e chi rincorre. Il successo dello spagnolo non ha solo valore statistico. Con questo trionfo Alcaraz torna infatti al numero uno del mondo, spodestando Sinner dopo 65 settimane di regno e ribadendo la sua supremazia in un’annata in cui i due hanno già monopolizzato le finali dei tornei più importanti. Tre Slam su tre li hanno visti l’uno contro l’altro, un duello che sta segnando un’epoca e che ha preso il testimone dai grandi incroci del passato, da Federer-Nadal fino a Djokovic-Murray. A rendere particolare la serata ci ha pensato anche l’atmosfera sugli spalti, segnata da un ritardo di circa quaranta minuti dovuto alle misure di sicurezza straordinarie per la presenza del presidente americano Donald Trump sugli spalti. Un intoppo che non ha comunque tolto energia a un pubblico che ha sostenuto entrambi i giocatori con calore e che ha assistito a uno spettacolo all’altezza delle aspettative.
La finale degli US Open 2025 conferma dunque quanto ormai fosse chiaro da mesi e cioè che il tennis mondiale ha trovato nei duelli tra Alcaraz e Sinner la nuova frontiera. Se lo spagnolo ha dimostrato ancora una volta di avere qualcosa in più nei momenti decisivi, l’azzurro resta il suo rivale naturale e il suo più pericoloso antagonista. In un anno che li ha visti sempre protagonisti, la sfida di New York non è che l’ennesimo capitolo di una rivalità destinata a segnare i prossimi dieci anni del tennis.
