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Tra “saluti romani” e “deportazioni” di Trump e Musk, la sinistra europea è sul “piede di guerra”.

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Le polemiche su Elon Musk e il gesto controverso e la gestione migratoria di Trump accendono il dibattito politico europeo nello scontro tra ideologie e interessi globali.

Era il 20 gennaio 2025 quando il tycoon si insediava alla Casa Bianca, quando tornarono a vivere tutti i fegati spappolati dal 5 novembre 2024 ovvero dalla vittoria di Trump alle Presidenziali USA. Non che nel frattempo fossero resuscitati con il pretesto dello “pseudo” saluto romano di Elon Musk e la foto, a dir la verità poco opportuna, pubblicata su tutte le televisioni del mondo, sul rimpatrio e sottolineo rimpatrio o al massimo espulsione, per ordine di Trump, degli immigrati clandestini in territorio americano. Polemiche su polemiche, attacchi su attacchi fatti dalla sinistra europea e soprattutto italiana a quella mano sul petto o braccio destro che dir si voglia, che poi si irrigidisce verso l’alto a mo di saluto quasi romano.

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Questo gesto, paragonato al saluto nazista, ha suscitato molte polemiche e minacce di abbandonare la piattaforma X di proprietà di Musk, come ha fatto con queste dichiarazioni Yolanda Diaz: “da mesi Elon Musk sta usando X per fini politici. Ha smesso di essere uno strumento di comunicazione o un social network ed è diventato un meccanismo di propaganda che utilizza il suo algoritmo per favorire alcune idee rispetto ad altre e, così facendo, influenzare l’opinione pubblica”.

Ma anche in Italia non mancano le sferzate, per esempio il Presidente del Pd, Stefano Bonaccini scrive così: “L’immagine di Musk che fa il saluto romano fa rabbrividire”, “d’altra parte Musk sta sostenendo pubblicamente le campagne elettorali dei partiti di estrema destra, a partire da Afd in Germania. Guai a sottovalutare ciò che sta accadendo”.

Dall’altra parte, lo stesso Musk si difende così :”Possiamo per favore abbandonare l’idea di chiamare le persone naziste”.

Ma il problema è questo gesto o la paura di questa sorta di “joint venture” che si sta creando e che probabilmente mette in discussione gli equilibri di potere del mondo e quindi anche degli Stati che fanno parte dell’Unione Europea?

Da una sponda all’altra dell’Oceano Atlantico sentiamo parlare di nazismo, autoritarismo, dazi, fino ad arrivare ad un ipotetico “influenzismo” e cioè la capacità di influenza che potrebbe avere Elon Musk nella politica (e non solo) mondiale, attraverso la sua piattaforma X. Come se fino ad ora tutte le piattaforme simili (Facebook, Instagram ecc..) non avessero in qualche modo influenzato i pensieri del mondo.

Altro punto sulle quale continuano gli spappolamenti di fegato, le polemiche e le accuse è quello che molti ma non tutti definiscono la “deportazione” trumpiana. Una parola tradotta in modo pretestuoso da una larga parte politica europea e soprattutto italiana. La parola inglese “deportation” si traduce in italiano con la parola espulsione o al massimo generalizzata in rimpatrio, ma questo lo sanno tutti gli americani (per gli altri basta avere un buon dizionario Inglese-Italiano), anche perché con la fanfara o senza, tutti i Presidenti Usa (anche i democratici) l’hanno utilizzata e soprattutto messo in pratica, da Clinton a Obama, da Trump (primo mandato) a Biden, con il quale in 4 anni sono stati espulsi 1,4milioni di immigrati irregolari.

Ma come mai fino ad oggi non si è scandalizzato nessuno? Comunque la medaglia sicuramente va alla vice Prima Ministra spagnola Yolanda Diaz e ai “sinistri” di casa nostra, che non perdono occasione di fare polemica e di perdere voti invece di pensare all’Italia, agli italiani e ai programmi che dovrebbero proporre alla gente. Trump non sarà sicuramente uno stinco di Santo, potrà anche non essere il miglior Presidente che gli Usa (e forse anche il mondo) potevano aspettarsi o sperare, ma con quali obiettivi si polemizza in modo pretestuoso?

Certamente il tycoon ogni tanto le spara grosse, come del resto aveva fatto durante il primo mandato, ma fin quando alle parole non seguono i fatti è giusto analizzare, ma credo un po’ avventato attaccare direttamente il nostro principale alleato oltreoceano, che a quanto pare ha anche un debole per il Belpaese. Pensate realmente che Trump voglia invadere la Groenlandia e quindi far scoppiare una guerra con i paesi europei? O semplicemente avverte la Cina, la Russia e qualche altro paese, di stare al loro posto che l’America è tornata?

“America first” è la sua linea politica, il suo “slogan” che ci fa intendere il suo conservatorismo e le linee di politica estera basate sull’isolazionismo americano, cosa che forse non piace, ma alla quale ci si deve adeguare, alla burocrazia e parte della politica europea, che quasi potrebbero utilizzare come slogan “Europe Last”.

Trump è stato eletto per curare gli interessi del popolo americano e sicuramente sarà quello che farà e gli ideologismi europei ed italiani ne devono prendere atto non pensando a come far polemiche ma cercando di modificare le strategie politiche europee, sia sull’economia, sul “green deal” e sulle politiche migratorie, con delle azioni serie e concrete che non mettano ancora di più in difficoltà le popolazioni europee.

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