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UN PACIFISTA dentro l’anima… TRE DOMANDE ad Antonio Mazzeo

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Non sono una giornalista e mi permetto di spaziare nella speranza di potere portare un pò di chiarezza dei fatti che girano intorno alla VOLONTÀ di arrivare alla Pace attraverso la Verità. Così tento di contattare una persona che ho il piacere di conoscere inizialmente leggendo una sua inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia per poi seguire le sue imprese titaniche sui temi della pace, del disarmo, dell’ambiente, dei diritti umani.

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Antonio Mazzeo è un insegnante, un saggista, un giornalista premiato nel 2020 con la “Colomba d’oro per la Pace“ per aver interpretato per anni il giornalismo e la scrittura come una missione umanitaria.

Dopo diversi tentativi  riusciamo a trovare uno spazio: non voglio parlare della sua volontà di fare parte della “Sumud Flotilla”, viaggio intrapreso con la speranza di far arrivare aiuti e solidarietà al popolo palestinese, ma chiedo di chiarire punti focali sul suo coinvolgimento nelle attività pro-Palestina e no-genocidio.

L’intervista dura veramente poco ma chiarisce al meglio le dinamiche attuali. Sbobino e metto nero su bianco.

D. Il giornalista come missionario dei diritti umani e denuncia delle ingiustizie o semplice comunicatore con uno strumento che può alterare il pensiero critico o semplicemente l’opinione pubblica? 

R. Io ho sempre interpretato il giornalismo “di parte” e credo che ognuno di noi abbia il compito di esprimere ciò che sente, il proprio spirito, i propri desideri. Io sogno un mondo diverso, un mondo di giustizia e di pace per cui interpreto la scrittura esattamente in una funzione di denuncia delle guerre e dei tentativi di sterminare impunemente una popolazione, di praticare un genocidio con il sostegno e la cooperazione di tanti Stati ma sopratutto di mettere a disposizione la scrittura di chi non ha voce, di chi ha bisogno di esprimere un pensiero che non sia della stampa mainstream. 

D. Secondo te è possibile trasmettere il sentimento umano quando si parla di situazioni dove si vuole manifestare il dissenso cercando di mantenere a distanza la strumentalizzazione mediatica? Quale il mezzo più idoneo? 

R. Mi collego subito alla manifestazione del 22 Settembre dove resto scioccato come di fronte ad una evento nazionale che ha visto un movimento di oltre un milione di manifestanti con azioni dirette non violente praticate nei principali porti e strade, ci si nasconda dietro un dito (aggiungo io “dietro uno schermo e una tastiera”), cercando di criminalizzare accanendosi su un incidente su centinaia, migliaia di manifestazioni verificatesi; al contrario da  parte di quella stampa che ha volutamente ignorato i crimini, i massacri che la popolazione palestinese ha subito da Israele, la stessa stampa che invece giustifica il genocidio. 

D. Parliamo della vicenda che succede a Milazzo dopo la manifestazione del 22 Settembre. Gira un video che denuncia l’ingresso nel Comune di Milazzo e grida alla violenza di persone che sono entrate durante una seduta del Consiglio Comunale.

R. A Milazzo succede che, inspiegabilmente, in violazione di norme di diritto, è stato impedito a pacifici manifestanti di partecipare ad un consiglio comunale a cui si chiedeva da tempi non sospetti una presa di posizione chiara sul genocidio del popolo palestinese e di dissociazione da qualsiasi relazione con lo Stato di Israele. Tale richiesta è stata impedita per tanto tempo e, relativamente alle mie dichiarazioni, la polizia ha  ingiustificatamente fermato e tentato di identificare alcuni pacifici manifestanti presenti in consiglio comunale. Ho ricordato alla polizia che ci vuole un mandato, un ordine da parte di un Sindaco, di un presidente del Consiglio per impedire l’accesso nelle tribune di un aula Comunale, che non c’era nessuna giustificazione di identificazione e che eventualmente  può essere richiesta dal Sindaco o dal Presidente del Consiglio. La forze dell’ordine non hanno potuto fare altro che prendere atto che si stava veramente esagerando. Questo è un fatto grave ma ancora più grave che una così grande partecipazione di massa a Milazzo abbia sottolineato un’ulteriore  frattura tra la volontà del popolo e quelli che dovrebbero rappresentare la loro volontà e invece fanno altro.

Ringrazio Antonio Mazzeo per il tempo dedicatomi con la promessa, da parte mia, di impegnarmi a fare una buona comunicazione nel rispetto di tutti.

(Carmen Trovato)

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