Svolta nelle indagini per l’omicidio del pensionato 73enne Mario Molinaro a Fondo Saccà nelle casette basse del progetto Capacity di Maregrosso avvenuto sabato scorso.

Il gip Eugenio Fiorentino aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio a carico del vicino
di casa 62enne, il catanese Maurizio Salvatore Gravagna, convalidando il fermo disposto già a poche ore dal delitto dalla pm Giorgia Spiri, con gli elementi raccolti dagli agenti della Polizia di Stato. Secondo la ricostruzione messa a punto dagli inquirenti, il vicino Gravagna, assistito dall’avvocato Antonio Centorrino, avrebbe ucciso Molinaro strangolandolo con un tubo da irrigazione, che ha avvolto per tre volte intorno al suo collo. Ma il difensore Centorrino è convinto che non è stato lui ad uccidere Molinaro, e lo afferma chiaramente: «alla luce degli elementi in mio possesso ed al netto delle risultanze investigative e di indagine ancora in corso e coperti da segreto istruttorio – dice -, il mio assistito non potrà, alla fine, che risultare completamente estraneo all’episodio omicidiario». C’è poi l’altro indagato dell’inchiesta, solo per favoreggiamento, il 76enne catanese Mario Orefice, che è difeso dal legale Giovanni Calamoneri.
C’è poi un dato inedito rivelato dal Gip che vede Gravagna, prima avvalsosi della facoltà di non rispondere su indicazione del suo avvocato, ma poi confessare al telefono parlando con alcuni parenti “che aveva commesso un omicidio”, dicendo poi “era un mio amico, per cose mie”, delineando un contesto difficile in cui si è consumato il delitto tra soggetti in condizioni precarie.
Lo stesso avvocato si è opposto alla misura cautelare del carcere chiedendo un provvedimento meno pesante anche alla luce delle condizioni del 62enne, affetto da una patologia psichiatrica e già in passato più volte ricoverato. Con una motivazione contenuta in un’ordinanza di 13 pagine, il giudice per le indagini preliminari ha rigettato la richiesta della difesa e confermato il carcere per il 63enne dopo averlo ascoltato nel penitenziario Messina-Gazzi dove è rinchiuso. Il catanese in precedenza aveva confermato di essere stato l’ultimo a vedere in vita Molinaro spiegando di aver trascorso la serata precedente al rinvenimento del corpo giocando a carte con la vittima, rientrando però a casa sua per cena. Del resto l’uomo spesso trascorreva le serate giocando a carte con Molinaro. Per gli inquirenti, invece, proprio in quelle ore si sarebbe consumato l’omicidio. Gli investigatori infatti hanno evidenziato alcune incongruenze nel suo racconto che hanno fatto scattare l’allarme. Resta però ancora tutto da chiarire il possibile movente, forse legato ad uno scambio di piccoli prestiti di denaro.
(Giovanni Luca Perrone)
