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Violenza sui social. Spesso vittime le donne: questa volta è toccato a Dafne Musolino

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Non si è ancora spenta l’eco della notizia della chiusura da parte di Facebook di un gruppo con oltre 30 mila utenti italiani, dedicato alla condivisione di foto private non consensuali di donne, che una grave violenza si è consumata in questi giorni nei confronti di un’altra donna.

Questa volta vittima è stata la senatrice messinese Dafne Musolino, nei confronti della quale è stato scritto un post violento, contenente parole biasimevoli, che nulla hanno a che fare con la critica politica – sebbene sia stato inserito fuori luogo l’avverbio “politicamente” – denotando invece solo una incivile volgarità maschilista, tendente all’umiliazione della dignità della persona.

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L’autore ha rimosso lo scritto dal social, con le scuse, che, in questi casi, non sono però sufficienti a rimarginare completamente la ferita provocata nell’animo di una donna, necessitando di norme dissuasive più idonee, certezza della pena e maggiore cultura preventiva di rispetto della persona.

All’indicibile post non sono mancati commenti di ferma disapprovazione, come quello del giornalista Giuseppe Bevacqua, che lo stesso ha fatto pervenire al nostro giornale: “Come si può pensare di scrivere un’oscenità come questa nei confronti di una Senatrice della Repubblica? Sotto un post peraltro che gode di una certa visibilità come quelli di De Luca? E il sindaco di Taormina come può permettere che rimanga tra i commenti? Chi ha insegnato a questa gente un tale livello di livore, volgarità e oscenità? Chi ha avvelenato i pozzi della morale e del rispetto a Messina e provincia? La lezione da impartire è che i social non sono terra di nessuno e che chi sbaglia paga. Il più salato possibile. Solidarietà a Dafne”.

Nell’interesse della senatrice – fa sapere con una nota l’avvocato Bonaventura Candido – sono state intraprese iniziative giudiziarie a tutela della sua reputazione personale e di organo politico e finanche della propria incolumità.

Di seguito il comunicato  integrale del legale:

“Nell’interesse della Senatrice Avv. Dafne Musolino recentemente attinta sui social da gravissimi, quanto inqualificabili, attacchi personali che non hanno nulla a che vedere con la (legittima) critica politica, rappresento che la mia cliente (in prosecuzione con altre iniziative giudiziarie, di cui si attndono gli esiti, già adottate nei confronti di noti esponenti politici) ha deciso di interessare l’A.G. a tutela della propria reputazione personale e di organo politico e finanche della propria incolumità.

Ho avuto incarico di procedere sia per le predette diffamazioni a mezzo post sui social (a nulla rilevando tardive, quanto inconducenti, scuse postume) ma anche per le ipotesi di istigazione all’odio in suo danno che la Senatrice Musolino ritiene essere un evidente obbiettivo perseguito da alcuni ben precisi soggetti agitatori consapevoli dei leoni da tastiera.

Non sarà tollerato più alcun intervento – da chiunque posto in essere – fuori dalle righe e non strettamente contenuto nei perimetri della democratica critica politica”.

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