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Vuelta a España 2025 – Analisi 2a tappa – Alba-Limone Piemonte (km 159,5)

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Alba – La seconda tappa della Vuelta a España 2025 segna già un momento importante per gli uomini di classifica. Dopo l’avvio dedicato ai velocisti sul traguardo di Novara, il gruppo si troverà infatti a dover affrontare il primo arrivo in salita, in un contesto che, pur non proponendo pendenze impossibili, potrebbe diventare significativo per stabilire i primi equilibri. I 159,5 km da Alba a Limone Piemonte rappresentano una frazione tipica da inizio Grande Giro, con un lungo avvicinamento pianeggiante e un finale in crescendo, capace di selezionare il gruppo e di mettere alla prova le gambe dei contendenti.

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La corsa si apre ad Alba con lunghi rettilinei e strade scorrevoli, una sorta di passerella che accompagna i corridori verso le montagne. Dopo aver superato Saluzzo, il tracciato si dirige a Busca, dove è posto il traguardo volante, collocato però in un punto difficilmente appetibile per i velocisti o per gli uomini di classifica, visto che a quel punto la fuga sarà già verosimilmente partita. Da lì si scende a Cuneo prima di affrontare un tratto più movimentato, con lo strappo verso Vilanova Mondovì e soprattutto con la salita in direzione di Roccaforte Mondovì, che propone pendenze vicine al dieci per cento. Questo tratto, pur non essendo ancora decisivo, può iniziare a intaccare le gambe, creando la selezione giusta per lanciare il finale. La parte conclusiva della tappa è disegnata sulla salita di Limone Piemonte, 9,8 km con pendenza media del 5,1%. I primi chilometri presentano un ritmo regolare, ma è nell’ultima parte che la strada si fa più dura, con gli ultimi 2 km che sfiorano la doppia cifra. Un finale di questo tipo non sarà sufficiente a scavare distacchi enormi, ma potrà comunque costituire un banco di prova utile per misurare le ambizioni degli scalatori. Qui sarà interessante capire chi avrà la freschezza necessaria per tentare un’azione secca, approfittando delle rampe più dure, e chi invece preferirà limitarsi a restare nel gruppo dei migliori. Le attenzioni del pubblico italiano si concentreranno inevitabilmente sui ciclisti italiani, che si presentano alla Vuelta con una condizione molto buona e con l’obiettivo di lasciare il segno. Il nome più atteso resta comunque quello di Jonas Vingegaard. Il danese, leader della Visma-Lease a Bike, ha la forza per mettere alla frusta i rivali e potrebbe decidere di imporre un ritmo alto già nella prima vera salita della corsa. Non è uno scalatore da scatti brucianti, ma se la corsa dovesse rivelarsi logorante, il suo passo potrebbe fare la differenza. Al suo fianco ci sono corridori come Matteo Jorgenson, Ben Tulett e Sepp Kuss, capaci di inserirsi tatticamente e di approfittare di eventuali giochi di marcature. Anche la UAE Emirates XRG si presenta con ambizioni importanti, affidandosi alla coppia Joao Almeida e Juan Ayuso. Il portoghese, particolarmente adatto a salite di questo tipo, potrebbe avere le caratteristiche migliori per imporsi, mentre lo spagnolo resta un corridore in grado di piazzare l’accelerazione vincente se il gruppo dovesse arrivare compatto all’ultimo chilometro. La formazione emiratina può inoltre contare su Marc Soler, spesso incline ad attaccare da lontano, e su Jay Vine, le cui condizioni saranno da valutare dopo il calo mostrato nella tappa inaugurale. Non mancano outsider di qualità. Tom Pidcock potrebbe tentare un’azione esplosiva negli ultimi due chilometri, sfruttando le sue doti da mountain biker. Ben O’Connor, reduce da un Tour convincente, ha il profilo ideale per affrontare questo genere di salita e potrebbe sfruttare l’appoggio di compagni solidi come Eddie Dunbar e Chris Harper. Anche la Red Bull-Bora-hansgrohe non manca di alternative, con Jai Hindley chiamato a muoversi in chiave classifica, ma con giovani come Giulio Pellizzari e Finn Fisher-Black pronti a sorprendere in caso di finale meno selettivo. La Ineos Grenadiers spera in segnali di conferma da Egan Bernal, che sembra tornato competitivo e potrebbe approfittare di un arrivo non proibitivo. Allo stesso tempo, corridori come Magnus Sheffield e Victor Langellotti potrebbero interpretare un ruolo più tattico. La Soudal Quick-Step affida le proprie speranze a Mikel Landa, il cui rendimento resta però da verificare, mentre Valentin Paret-Peintre potrebbe avere la gamba giusta per un colpo di qualità. Santiago Buitrago rappresenta la carta più pericolosa per la Bahrain Victorious, ma anche Antonio Tiberi potrebbe misurarsi con i migliori, sebbene con un occhio alla gestione in chiave generale. Altri nomi da seguire sono Felix Gall, David Gaudu, Sergio Higuita e Matthew Riccitello, corridori che potrebbero preferire un approccio prudente, limitandosi a contenere i distacchi in vista di giornate più impegnative. La Movistar, senza ambizioni concrete per la generale, proverà a inserirsi con corridori votati alla fuga, come Pablo Castrillo, capace già lo scorso anno di piazzare colpi importanti alla Vuelta. La vera incognita resta l’andamento della corsa. Se le squadre dei big decideranno di alzare il ritmo, difficilmente la fuga avrà possibilità concrete. Tuttavia, la storia recente della Vuelta ha dimostrato come nelle prime giornate non manchino mai sorprese, con “attacchi-bidone” che hanno saputo arrivare fino in fondo. Corridori come Lorenzo Fortunato, Wout Poels, Simon Carr, Guillaume Martin e diversi italiani tra cui Vergallito, Garofoli e Verre potrebbero provare a giocare questa carta.

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