Andorra La Vella – La Vuelta a España 2025 continua a non concedere tregua. Dopo il durissimo arrivo a Pal, la carovana affronta subito un’altra giornata da grande giro vero, quella che porta da Andorra la Vella a Cerler / Huesca la Magia, per un totale di 188 chilometri e oltre 4000 metri di dislivello positivo. Una tappa che i corridori hanno già segnato in rosso sul libro di corsa e che potrebbe rappresentare il primo crocevia decisivo per la classifica generale.

Il menù è abbondante fin dall’inizio. Dopo una breve discesa iniziale, il gruppo dovrà subito affrontare il Port del Cantó, 24,7 km di salita irregolare che si fa subito dura nei primi 6 km, con pendenze fino al 13%. Un avvio micidiale che potrebbe già scremare il gruppo e lanciare all’attacco i corridori in cerca di gloria di giornata. La lunga discesa che segue, interrotta da tratti in falsopiano, non concederà respiro, perché a La Pobla de Segur la strada tornerà a salire verso il Puerto de la Creu de Perves (5,7 km al 6,3%), primo dei due GPM di seconda categoria. Il percorso non lascia tregua. Discesa tecnica, nuovo tratto di fondovalle e poi ancora salita con il Coll de L’Espina (7,1 km al 5,5%, max. 10,5%), da superare a 46 km dall’arrivo. Qui non solo punti per la classifica della montagna, ma anche secondi di abbuono che potrebbero stimolare qualche accelerazione tra gli uomini di classifica. Dopo lo scollinamento, la strada resterà nervosa prima di una nuova discesa e di un tratto in falsopiano che porterà fino a Benasque, dove è previsto lo sprint intermedio. L’epilogo sarà tutto nella salita finale verso Cerler, 12,1 km al 5,8% medio, ma con un andamento spezzato e irregolare. I primi 4 km saranno i più duri, quasi sempre sopra l’8% con punte al 14%. Poi un chilometro di respiro e altri tremila metri impegnativi, prima di un breve tratto in discesa e della rampa conclusiva di 2,8 km al 6-6,5%. Gli ultimi cinquecento metri saranno più dolci, ma probabilmente a quel punto le differenze saranno già fatte.
Dopo aver lasciato campo libero alla fuga nella prima tappa pirenaica, i big difficilmente resteranno a guardare anche oggi. Jonas Vingegaard sembra pronto a lanciare il primo vero affondo. Il danese non teme più le mosse combinate dei due UAE, visto il passo falso di Ayuso, e con gregari di lusso come Jorgenson e Kuss potrebbe scegliere di muoversi in prima persona. Il principale rivale resta Joao Almeida, che ha preso in mano la guida della UAE Team Emirates XRG e che sta confermando la solidità mostrata in tutta la stagione. Per lui la squadra potrà giocare più carte con un possibile inserimento di Marc Soler in fuga, oppure una manovra da lontano dello stesso Ayuso, ormai libero da pressioni di classifica. Grande attesa anche per Giulio Ciccone, apparso brillante e determinato a non recitare il ruolo di comprimario. L’abruzzese della Lidl-Trek ha gambe e coraggio per sorprendere con un’azione esplosiva, anche se il suo stato di forma lo rende ormai un cliente pericoloso pure per la classifica generale. Da seguire con attenzione anche Felix Gall, corridore che non ama restare a rimorchio, e Egan Bernal, che non ha ancora mostrato la miglior condizione ma che, se in giornata, potrebbe riaccendere i ricordi dei tempi migliori. Tra i giovani, occhi puntati su Antonio Tiberi e soprattutto su Giulio Pellizzari, fresco di Maglia Bianca e desideroso di confermarsi. Più attendisti, almeno sulla carta, corridori come Hindley, Pidcock e Riccitello, che però restano outsider di lusso se dovessero trovarsi davanti nel finale. In cerca di riscatto David Gaudu, Mikel Landa e Ben O’Connor, già in difficoltà nella prima uscita montana: per loro Cerler sarà un banco di prova importante per capire se ci sia ancora spazio per rilanciare le ambizioni. Come sempre, la Vuelta lascia spazio anche ai cacciatori di tappe. Squadre come EF Education–EasyPost, Movistar, Cofidis e Astana XDS cercheranno di inserire uomini davanti, così come le professional spagnole. I nomi sono tanti e interessanti: Esteban Chaves, James Shaw, Cepeda, Romo, Herrada, Wout Poels, ma anche Vergallito, Cristian Rodriguez, Hamilton, Sepulveda e l’esperto Meintjes. In una tappa lunga e logorante, una fuga ben costruita potrebbe davvero arrivare fino in fondo.
