Il mondo del calcio italiano piange la scomparsa di Tullio Lanese, ex arbitro internazionale e presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), spentosi a 78 anni a Messina. Figura centrale nel panorama arbitrale degli anni ‘80 e ‘90, Lanese ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio italiano e internazionale.

Nato nel 1947, Lanese ha intrapreso la carriera arbitrale nel 1965, scalando rapidamente le categorie nazionali fino ad arrivare ai massimi livelli. Ha diretto 170 partite di Serie A e 130 di Serie B, dimostrando competenza e autorevolezza sul campo. Tra i suoi momenti più prestigiosi, spiccano due finali di Coppa Italia: Roma-Sampdoria (1985/86) e Napoli-Sampdoria (1988/89).
A livello internazionale, è stato arbitro dal 1986 al 1992, dirigendo tre incontri ai Mondiali di Italia ‘90: Brasile-Svezia, Corea del Sud-Uruguay nella fase a gironi e Camerun-Colombia agli ottavi di finale. Inoltre, ha arbitrato la finale di Coppa dei Campioni del 1991 tra Stella Rossa e Olympique Marsiglia, disputata a Bari.
Dopo aver lasciato il campo, Lanese è rimasto nel mondo arbitrale assumendo il ruolo di designatore per la Serie C. Nel 2000, è stato eletto presidente dell’AIA, il primo ad essere scelto direttamente dalla categoria, con un consenso del 91%. Ha mantenuto l’incarico fino al 2006, contribuendo a modernizzare il settore arbitrale. Ha anche ricoperto il ruolo di osservatore UEFA.
Pur avendo una carriera ricca di successi, Lanese non è stato esente da polemiche. A Napoli, durante l’era d’oro di Diego Maradona, non godeva di grande simpatia, tanto da essere soprannominato “il MiLanese”, a causa di presunti errori arbitrali favorevoli al Milan, tra cui un gol non convalidato al Bologna nel 1990 che avrebbe potuto influenzare la corsa allo scudetto.
Nel 2006, il suo nome fu coinvolto nello scandalo Calciopoli, quando, da presidente dell’AIA, ricevette un avviso di garanzia. In primo grado venne condannato a due anni di reclusione con rito abbreviato, ma nel 2012 la Corte d’Appello di Napoli lo assolse, ribaltando completamente la sentenza.
Nel corso della sua carriera, Lanese ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Mauro (1988) e la Stella d’Oro del CONI al merito sportivo. È stato inoltre insignito delle onorificenze di Cavaliere e Ufficiale della Repubblica. Il suo impegno dirigenziale lo ha portato ad essere nominato dirigente benemerito dell’AIA.
In suo onore, il presidente dell’AIA, in accordo con il presidente federale, ha disposto che tutti gli arbitri scendano in campo nel fine settimana con una fascia nera al braccio. Con la scomparsa di Tullio Lanese, se ne va una figura chiave del calcio italiano, capace di attraversare con autorevolezza e dedizione le varie fasi della storia arbitrale del nostro Paese.
