Continua la polemica tra politica e magistratura, rinvigorita dal caso Delmastro (FdI).
L’Associazione nazionale magistrati (Anm) critica duramente le reazioni politiche susseguitesi alla condanna del Sottosegretario alla Giustizia con delega al Dap, Andrea Delmastro, esponente di spicco di Fratelli d’Italia e del Governo Meloni.
Le critiche dell’Anm si dirigono sopratutto alle dichiarazioni del Guardasigilli, Carlo Nordio che aveva affermato: “Sono disorientato ed addolorato per una condanna che colpisce uno dei collaboratori più cari e capaci. Confido in una sua radicale riforma in sede di impugnazione e rinnovo all’amico Andrea Delmastro la più totale ed incondizionato fiducia. Continueremo a lavorare insieme per le indispensabili ed urgenti riforme della Giustizia”, facendo capire che queste sentenze potrebbero essere frutto di una resistenza alla riforma della giustizia che sta preparando il Governo.

Non tarda a mancare la reazione dell’Anm che risponde con una nota: “Sconcertati nel constatare che ancora una volta il potere esecutivo attacca un giudice per delegittimare una sentenza. Il Ministro della Giustizia auspica la riforma di una sentenza di cui non esiste altro che il dispositivo. Sono dichiarazioni gravi, non consone alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, che minano la fiducia nelle istituzioni democratiche. Siamo, tuttavia, confortati dalla consapevolezza che i magistrati del Tribunale di Roma hanno semplicemente applicato la legge con onore e responsabilità, come fanno ogni giorno i magistrati italiani”.
Anche da FI arrivano reazioni, con il capogruppo in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati, Tommaso Calderone, uno dei parlamentari più attivi nelle proposte di riforma della giustizia, che risponde all’Anm con una nota: “In un comunicato piuttosto originale, l’Associazione nazionale dei magistrati si duole del potere esecutivo che critica la sentenza emessa in danno del Sottosegretario Delmastro, lamentando la violazione del principio della separazione dei poteri. Incredibile. La politica non può commentare le sentenze, mentre i magistrati possono scioperare contro le leggi. È una maniera bizzarra di interpretare il principio della separazione dei poteri. Davvero, tutto dovrebbe avere un limite”.
Condannato il Sottosegretario Delmastro, le opposizioni incalzano il Governo
Politica e Magistratura. Uno scontro che dura da trent’anni?



