Il Giudice per l’udienza preliminare (Gup) presso il Tribunale di Patti dott. Andrea La Spada, ha condannato ad anni 2 e mesi 8 di reclusione un uomo di 34 anni, domiciliato nel Comune di Gioiosa Marea, cui venivano contestati due distinti episodi di violenza sessuale aggravata dallo stato di “minorata difesa” delle vittime, ed in un caso anche di violazione di domicilio, tutti commessi nell’agosto dello scorso anno ai danni di altrettante giovanissime ragazze.

Il Pubblico Ministero aveva richiesto una condanna alla pena complessiva di anni 5 di reclusione.
All’imputato, difeso dall’Avv. Fabio Marchetta, nello specifico si contestava, in un’occasione, d’avere atteso verso le 3 di notte l’arrivo della vittima presso la sua abitazione, aggredendola alle spalle mentre era ancora in sella al proprio ciclomotore, palpeggiandola nelle parti intime mentre le rivolgeva parole volgari a sfondo sessuale. Una volta riuscita a divincolarsi, la ragazza è scappata verso casa, ma l’imputato, introducendosi abusivamente nel giardino dell’abitazione ivi si nascondeva al buio per proseguire nell’azione, interrotta sola dal fortuito intervento del padre della ragazza che stava rincasando, e con il quale l’imputato avrebbe pure intrapreso una colluttazione.
In tale occasione i Carabinieri della stazione di Gioiosa Marea hanno proceduto all’arresto dell’uomo che veniva sottoposto agli arresti domiciliari.
In un altro episodio invece, verificatosi il precedente 2 agosto 2024 sul lungomare di Gioiosa Marea, all’altezza di una nota discoteca, l’uomo avrebbe iniziato a pedinare una turista di 19anni che si trovava da sola, per poi raggiungerla in una zona isolata, tirarla a sé con forza e palpeggiarle le natiche. Per tale motivo è stata emessa altra Ordinanza Cautelare che disponeva l’applicazione del “braccialetto elettronico”.
La Sentenza di condanna è stata pronunciata all’esito del processo celebratosi con rito abbreviato condizionato all’esperimento d’una perizia psichiatrica sull’imputato, richiesta dall’Avv. Fabio Marchetta, e la quale ha stabilito che il 34enne risulta affetto da un deficit cognitivo con sindrome psico-organica, causati da un incidente stradale di cui è rimasto vittima in età adolescenziale e ciò gli comporta una grave e perdurante discontrollo degli impulsi, sicchè, nel momento in cui ha realizzato le due condotte di violenza sessuale, aveva la piena capacità d’intendere, ma non quella di volere.
Il GUP ha quindi accolto tutte le richieste del difensore, sia in merito alla concessione dell’attenuante del vizio parziale di mente, da ritenersi prevalente sulle contestate aggravanti, sia in merito alla riqualificazione di entrambi gli episodi nei c.d. “casi di minore gravità”.
Ciò ha consentito altresì alla difesa di richiedere ed ottenere la sostituzione della pena della reclusione in carcere, con quella della detenzione domiciliare, come oggi consentito dalla “Riforma Cartabia”, cui si affiancherà un periodo di libertà vigilata e l’obbligo di sottoporsi ad un percorso di recupero mirato per gli autori di reati a sfondo sessuale e di genere, con affidamento del condannato al locale Centro di Salute Mentale ed eventuale ricovero in REMS.
