Ieri non è tardata ad arrivare la replica del sindaco Pippo Midili dopo il comizio- show di Cateno De Luca di domenica sera organizzato da Sud chiama Nord in piazza Caio Duilio con tanto di lanterna e al fianco di un cartonato del primo cittadino sul palco, “scartato” dalla consigliera di Barcellona Melangela Scolaro , designata candidata sindaco per il partito nella città del Longano che Midili sornione pensasse fosse una “valletta” salvo poi “correggersi”. “Pippo Vinci” il tema sollevato da De Luca in una “marcia in più per Milazzo” riguardo alla convinzione negli ambienti che a trionfare alle prossime amministrative dovrebbe essere l’attuale primo cittadino lui ha chiuso il suo videomessaggio affermando convinto: “Pippo non vince, ma Catenello perde, e perde Matteo, Peppino e Daniluccio”, chiaro il riferimento ai deputati regionali del movimento.

In un’ora e mezza di monologo documentato, Midili sfodera la sua migliore performance rispedendo al mittente le accuse mosse da De Luca e, soprattutto, dal deputato Matteo Sciotto “che non ama Milazzo”. Proprio il collega di Santa Lucia del Mela il bersaglio preferito dei suoi colpi più duri, scaturiti dalle sue stesse dichiarazioni. Sotto la lente la “scadenza” del Piano Regolatore Generale.
“Onorevole Sciotto lei sbaglia a dire che il PRG scade. Forse solo lei non sa quello che tutti sanno fin dal 1942. Scadono i vincoli espropriativi, ma il Piano regolatore non scade. Lo yoghurt scade come la carne in scatola ma, onorevole Sciotto, i Prg non scadono”, la chiosa di Midili.
“E come sa se Milazzo ha i vincoli degli espropri scaduti, lei a casa sua, nella città di cui è sindaco, Santa Lucia del Mela, i vincoli sono scaduti dal 2015. Così come lo sono a Roccalumera, a Taormina e a Messina. Per non parlare del fatto che a Santa Teresa non esiste il PRG”. Ma il clou era la questione del dissesto. Midili ha rinfrescato la memoria a “Catenello”, ricordando che il tracollo finanziario di Milazzo risale al 2012. Un’epoca in cui, sottolinea, “proprio la politica di allora, nella quale era protagonista De Luca, non volle che si procedesse a sanare i conti”. Un dissesto sfociato nel 2016, i cui attori principali, secondo Midili, erano “proprio coloro che due giorni fa erano sul palco” con De Luca, e che furono “responsabili di un ulteriore debito di oltre 8 milioni”.
Il confronto con la Taormina del “Salva-Comuni” è stato impietoso. Midili ricorda di aver trovato, al suo insediamento nel 2020, “le casse vuote ed un piano di transazioni frammentato”.
Ben differente la situazione di De Luca : “A Taormina – insorge Midili – Catenello ha trovato ben 18 milioni in cassa, una tassa di soggiorno da 4 milioni di euro, una caccia agli evasori già ben definita e un solo creditore importante”.
“Nessun miracolo, quindi. Con i soldi a disposizione siamo bravi tutti. Nessun capolavoro”, sbottando anche contro un “comunistello” reo di aver appoggiato la linea di ScN sulla gestione del dissesto.
Il primo cittadino afferma che proprio domani 29 ottobre l’amministrazione comunale chiuderà con un “saluti e baci” a quel dissesto che si trascina dal 2012. Poi un taglio a De Luca nel centrodestra: “Io non ti voglio accanto a me” chiudendo la porta ad una potenziale convergenza dato il dialogo del leader di ScN De Luca con il governo Schifani. Anzi, Midili rilancia: “Verrò a Taormina, a Messina e a Barcellona per mostrare i fatti e i dati di quella che è vera buona amministrazione. La mia, ovviamente”. Midili non ha risparmiato frecciate anche al deputato “Daniluccio” Lo Giudice.
“Grazie ancora a Pippo Vinci per gli insulti che ci riserverà nella sua consueta diretta di domani alle ore 13:00 perché ci fornirà gli spunti per il nostro prossimo comizio del 16 novembre ore 19:00 a Milazzo”, aveva anticipato Cateno De Luca sui social. E ribadisce: “Se stasera non c’erano in piazza i milazzesi perché Pippo Vinci si è così innervosito ? Saranno i milazzesi ad emettere il verdetto nella cabina elettorale dove le pressioni lasceranno spazio ad una rivolta liberatoria della democrazia. Milazzo vincerà”.
(Giovanni Luca Perrone)



