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Nutraceutica: la nuova tradizione del pecorino siciliano DOP

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Di tanto in tanto si sente parlare di nuove tecniche e di nuovi approcci metodologici: paroloni e definizioni altisonanti che riempiono la bocca di chi le pronuncia e le orecchie di chi le ascolta.

Spesso sono trovate pubblicitarie necessarie a rinverdire mercati saturi o in declino o magari per ottenere nuovi risultati commerciali su prodotti/servizi. Alle volte invece servono a localizzare un ambito o un mercato di nicchia per pochi e facoltosi eletti. Altre volte ancora si è davanti a vera innovazione come nel caso dell’idroponica che, ad esempio, è una tecnica di coltura che fa a meno della terra.

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Nello specifico ci occuperemo di nutracetica e di applicazioni del concetto ad una eccellenza tutta siciliana: il pecorino siciliano DOP.

Il termine nutraceutica nasce dalla fusione, crasi, dei termini nutrizione e farmaceutica. Il suo teorizzatore, il dott. Stephen De Felice, nel 1989, definisce nutraceutici un elenco di elementi nutritivi con effetti benefici sulla salute. Fanno parte di questo elenco, tra gli altri, l’acido folico, la curcumina, gli antociani, il betacarotene, i complessi vitaminici, etc.. L’elenco è piuttosto lungo.

Curarsi mangiando è quindi il mantra di questa disciplina che indirizza verso una alimentazione di qualità per prevenire piuttosto che curare. “Sai che novità!”, diranno i più, mentre altri: “Abbiamo già la dieta mediterranea!”.

L’approccio nutraceutico è però più scientifico, più da bilancino. I tanti integratori alimentari che troviamo in farmacia, parafarmacie e scaffali dei supermercati rientrano pienamente in tale mondo.

Fin qui pertanto non c’è nulla di nuovo sotto il sole se non una teorizzazione piuttosto recente dell’argomento ma, quando il nuovo viene utilizzato per rinnovare e innovare la tradizione allora, possiamo dire di trovarci davanti a qualcosa che potrebbe avere dello strepitoso.

È di recente pubblicazione un articolo che riporta il tentativo di innovare il pecorino siciliano DOP con principi nutraceutici per la generazione di un nuovo prodotto caratterizzato dall’avere una marcia in più, un’arma in più per la difesa della salute.

L’uomo ha sempre innovato le sue tecniche e in ogni campo e da sempre. In questo caso il progetto è sponsorizzato e finanziato dalla regione Sicilia e vede la realizzazione del pecorino siciliano DOP ottenuto da latte di ovini alimentati anche con sansa denocciolata di olive. Il nuovo regime alimentare degli ovini consente di ottenere un latte, quindi un formaggio, caratterizzato dalla presenza di composti antiossidanti ed antinfiammatori. Il progetto punta quindi ad un prodotto più salutare, ma anche a recuperare un sottoprodotto della frangitura delle olive creando economia circolare e azzerando gli scarti. I casari useranno ceppi batterici autoctoni e la tracciatura della filiera avverrà per caratterizzazione genetica del prodotto.

Innovare è sempre possibile, innovare la tradizione creandone una nuova è anch’essa possibile ma una buona idea di partenza è sempre conditio sine qua non.

(Giovanni Gargano)

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