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Rischia di saltare la nomina di Strisciuglio a Trenitalia

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Si blocca il puzzle  delle nomine a catena costruito con la regia del ministro Matteo Salvini.

Il giorno in cui erano state annunciate le nuove nomine nel gruppo FS, i parlamentari dell’opposizione avevano già sollevato il problema. Infatti una norma del 2015, a tutela della concorrenza, vieta che per due anni chi ha guidato un’infrastruttura di trasporto possa passare in un’azienda di servizio.

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Ed è proprio quello che dovrebbe avvenire per l’ingegnere barese Giampiero Strisciuglio, attuale amministratore delegato di Rfi (che gestisce i binari), che il numero uno del gruppo, Stefano Donnarumma, ha annunciato di voler spostare in Trenitalia.

Le designazioni fatte dal Cda del gruppo Fs il 24 gennaio sono sotto l’esame dell’azionista, il ministero dell’Economia, il quale su questa situazione ha chiesto un parere all’Autorità garante dei trasporti. Ma la norma (il decreto legislativo 112/2015, che recepisce alcune disposizioni europee) è molto chiara: serve a evitare che il gestore della rete sia tentato di aggraziarsi uno degli operatori del servizio al pubblico e poco importa se entrambe le società RFI e Trenitalia, in questo caso, siano sotto la stessa Holding Ferrovie dello Stato Italiane.

Stamattina Donnarumma era in audizione alla Camera sulle criticità della rete ferroviaria, ma è chiaro che il problema delle nomine sarà stato oggetto di confronto. È evidente che se si blocca il passaggio di Strisciuglio il puzzle costruito con la regia del ministro Matteo Salvini non funzionerà più: al posto dell’ingegnere barese in RFI  era stato designato Aldo Isi, attuale capo di Anas, che avrebbe lasciato il posto a Claudio Gemme. Mentre Strisciuglio avrebbe dovuto prendere il posto di Luigi Corradi, destinato a guidare Fs International. Per adesso resta il mistero.

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