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Ciclismo Freccia Vallone 2025 – Pogacar immenso sul Muro di Huy

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Huy (Belgio) – Nella pioggia gelida delle Ardenne, in un paesaggio che sembrava scolpito in bianco e grigio, Tadej Pogacar ha lasciato un altro segno profondo nella storia del ciclismo. La Freccia Vallone 2025, corsa per 205 km tra Charleroi e l’iconico Muro di Huy, si è trasformata nell’ennesimo palcoscenico per un campione che continua a riscrivere le regole del gioco. A due anni dalla vittoria del 2023, Pogacar ha dominato ancora, come solo lui sa fare, con intelligenza, potenza e freddezza, in condizioni meteo che avrebbero spezzato chiunque, ma non lui.

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La UAE Emirates ha interpretato la corsa in maniera perfetta. Fin dalla prima metà di gara, la formazione emiratina ha controllato il gruppo con precisione svizzera, lasciando spazio solo a fughe marginali, mai realmente minacciose. Quando la corsa è entrata nel vivo, ai -40 km, il ritmo imposto da Majka, Ulissi e McNulty ha fatto selezione naturale. È stato un assalto graduale ma implacabile. La squadra non ha mai forzato in modo scomposto, ha semplicemente aumentato l’andatura, pedalata dopo pedalata, ascesa dopo ascesa, fino a costringere tutti a mostrare il proprio limite. Il momento chiave è arrivato ai piedi dell’ultima scalata al Muro di Huy, quando Pogacar ha lasciato la ruota dei gregari e si è lanciato a 800 metri dal traguardo, anticipando la classica volata esplosiva che molti aspettavano. In quel tratto la pendenza tocca il 17%, con un fondo scivoloso che rende ogni metro una lotta contro l’asfalto. Ma Tadej ha danzato. Le gambe sono sembrate leggere, il passo fluido, mentre gli altri faticavano persino a stare in piedi. Nessuno ha nemmeno provato a seguirlo. Alle sue spalle, la bagarre per il secondo posto ha premiato ancora una volta Kevin Vauquelin che si conferma uno dei più forti interpreti di questo tipo di corse: esplosivo, resistente, intelligente. Il giovane francese, secondo anche nel 2024, ha saputo gestire al meglio le energie e ha sfruttato una buona posizione nelle ultime curve per precedere il britannico Tom Pidcock, terzo al traguardo dopo una gara coraggiosa. Molto più attardato Remco Evenepoel, grande atteso della vigilia, che ha sofferto soprattutto sul bagnato e nei momenti di accelerazione. Il belga ha chiuso nono, senza mai dare l’impressione di poter competere con Pogacar, e con una condizione fisica forse non ancora ottimale.

La Freccia Vallone 2025 è partita con un meteo da classica d’altri tempi: cielo chiuso, pioggia fitta, temperatura rigida. Dopo appena 3 km, cinque corridori sono usciti dal gruppo. Simon Guglielmi (Arkéa – B&B Hotels), Artem Shmidt (INEOS), Ceriel Desal (Wagner Bazin), Tom Paquot (Intermarché – Wanty) e Siebe Deweirdt (Team Flanders – Baloise). La fuga ha guadagnato oltre due minuti, affrontando in testa la Côte de Ver e mantenendo un discreto vantaggio fino al km 60. Poi il gruppo ha accelerato. Tobias Foss (INEOS) e Robert Stannard (Bahrain – Victorious) si sono lanciati all’inseguimento e sono riusciti a rientrare, portando a sette gli uomini in testa. La corsa ha vissuto una fase tattica con distacchi costanti attorno al minuto, ma sul secondo passaggio della Côte d’Ereffe la selezione è stata inevitabile.

Uno dopo l’altro i fuggitivi hanno ceduto, Guglielmi prima, poi Paquot, quindi Shmidt e Stannard. Una caduta sulla Côte de Cherave ha coinvolto anche tre uomini Lidl Trek, tra cui Skjelmose, fresco vincitore dell’Amstel Gold Race, che è stato costretto al ritiro dopo un tentativo eroico di rientrare in gara. Davanti, con caparbietà, sono rimasti Dversnes, Leknessund e Foss, tre norvegesi uniti dalla grinta e dalla resistenza. Il loro tentativo è durato fino a 7 km dall’arrivo, quando la UAE ha deciso che era il momento di preparare la passerella per il proprio leader.

Con la vittoria alla Freccia Vallone 2025, Pogacar raggiunge quota 6 successi stagionali e 94 in carriera. Ma soprattutto dimostra ancora una volta la sua capacità unica di gestire le corse più dure con lucidità e ferocia. È l’unico corridore attualmente in attività capace di vincere grandi giri, classiche monumento e corse esplosive come questa. “Oggi non è stata una giornata facile,” ha dichiarato Pogacar a fine gara, “la pioggia ha reso tutto più complicato. Ma i miei compagni sono stati perfetti, mi hanno portato dove dovevo essere e sul Muro ho fatto quello che so fare, ho seguito le gambe.”

Purtroppo si regista la solita giornata complicata per i colori azzurri. E’ stato Davide Formolo a chiudere come miglior italiano in 16ª posizione, dopo una corsa tutta all’attacco e sempre nelle prime posizioni del gruppo. Gli altri azzurri si sono difesi come hanno potuto. Albanese, Velasco e Bagioli sono giunti staccati, senza mai entrare davvero nel vivo della corsa.

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