Bagarre in Parlamento dopo l’intervento della Presidente Giorgia Meloni.

“C’è da essere orgogliosi di essere europei”. Lo ha detto Roberto Benigni durante ‘Il sogno’, in diretta su Rai1, ricordando il contributo dell’Europa nella storia dell’umanità. Dalla democrazia alle arti, dal concetto di libertà alla scienza. “L’Unione europea è la più grande costruzione istituzionale, sociale, politica ed economica degli ultimi 5mila anni”, ha ricordato l’attore. “È un progetto, un ideale, una speranza, un sogno ma soprattutto un caso unico nella storia dell’umanità. È stata la prima volta in cui stati sovrani hanno scelto liberamente di unirsi. Non più divisione ma unità, non sopraffazione ma dialogo. Una rivoluzione silenziosa che può trasformare il mondo”.
Poi il ricordo del Manifesto di Ventotene. “Mentre tutto intorno c’erano rovine, morti, cadaveri, nel 1941, nella piccola isola di Ventotene, tre uomini, tre eroi, Spinelli, Rossi e Colorni, ebbero un lampo, un’idea, di cambiare tutto, girare pagina: l’idea dell’unità europea. Sono eroi della nostra storia, i pionieri”.
È stata questa la risposta a Giorgia Meloni che probabilmente ha fatto più rumore dopo che la Presidente del Consiglio aveva preso le distanze proprio dal Manifesto di Ventotene nel suo intervento in Parlamento: «Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia». La Premier, in conclusione della sua replica ha citato alcuni «passi salienti» del Manifesto «a beneficio di chi ci guarda da casa e per chi non dovesse averlo mai letto»: «La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista»; «La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso». Frasi estrapolate e ovviamente decontestualizzate. E poi rivolgendosi alle opposizioni. «Non mi è chiarissima neanche la vostra idea di Europa, perché nella manifestazione di sabato a piazza del Popolo e anche in quest’aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene: spero non l’abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa», ha esordito in questa risposta Meloni, «contenta» di «citare testualmente» alcuni passaggi del testo scritto nel 1941 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi.
A caldo in Aula aveva già replicato il deputato del PD Federico Fornaro, il quale, nella bagarre più assoluta, aveva urlato: “Giorgia Meloni si inginocchi di fronte a quegli uomini come Spinelli, che hanno difeso la democrazia, altro che dileggiarli! Vergogna, vergogna, vergogna!”. Adesso la stampa nazionale ed i giornali legati agli schieramenti politici opposti avranno molta carne sul fuoco e potranno sbizzarrirsi nello scrivere tutto e il contrario di tutto, anche sul Manifesto di Ventotene. Pronti… via!
