Ha raggiunto il culmine con il triduo lunedì 3, martedì 4 e mercoledì 5 febbraio la Festa di Sant’Agata 2025, dopo le varie processioni del miracoloso Velo di Sant’Agata, delle singole Reliquie e delle tradizionali Candelore, una delle feste più belle al mondo, quella che la città di Catania dedica alla propria Patrona, festa di fede, festa di popolo, che si chiuderà il 12 febbraio con l’Ottava. Più di un milione i visitatori e devoti provenienti da tutto il mondo in un appuntamento che rappresenta la terza festa religiosa più partecipata al mondo, dopo la Settimana Santa di Siviglia e la Festa del Corpus Domini di Cuzco in Perù.

Il nutrito programma della Festa era stato presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso l’Arcivescovado alla presenza dell’Arcivescovo di Catania S.E. Mons. Luigi Renna, del Sindaco di Catania Avv. Enrico Trantino, del Parroco della Basilica Cattedrale Mons. Barbaro Scionti e del Presidente del Comitato per la Festa di Sant’Agata Carmelo Grasso.
Una Festa, quella del 2025, che si è collocata nel contesto del Giubileo: infatti la Cattedrale di Sant’Agata è Chiesa giubilare ed in essa, a partire dallo scorso 29 dicembre, si può beneficiare dell’indulgenza. L’apertura del Giubileo è stata impreziosita dalla presenza del corpo di Santa Lucia, che dopo la sua presenza a Siracusa e a Belpasso, è stata anche a Catania. «La presenza delle due Sante ci ha ricordato che la Sicilia è terra di testimonianza cristiana, che il martirio è generativo di testimonianza, come fu per Lucia che, secondo una tradizione, venne in pellegrinaggio sulla tomba di Agata, presumibilmente nel suo dies natalis, come i primi cristiani facevano per i sepolcri dei martiri» – queste le parole del Vescovo Renna che ha anche anticipato il tema della Festa – «l’anno giubilare è 1° anno della liberazione di tutto ciò che appesantisce la nostra vita cristiana, le nostre relazioni, la vita ecclesiale e civile; diviene occasione per progettare ed attuare la liberazione da tante forme di schiavitù e dipendenze; che ci fa guardare a coloro che vivono in carcere annunciando loro la possibilità di riscatto e progettando un percorso concreto a cui stiamo lavorando con la Caritas e l’Ufficio di pastorale carceraria.
Il tema è “Sant’Agata segno di speranza e testimone di libertà”.
Tornando alla “tre giorni” che rappresenta il culmine della Festa di Sant’Agata, lunedì 3 febbraio le Carrozze Senatoriali, che rappresentano l’omaggio della città alla Santa, hanno sfilato lungo la Via Etnea insieme alle bellissime Candelore, che avevano già deliziato, singolarmente, per tutto il mese di gennaio, i quartieri della città. Riguardo i Cerei Votivi già da due anni è presente la nuova “Candelora dei Devoti” che si è ufficialmente aggiunta al corteo.
Altra grande innovazione delle festività 2025 è stata il Gran Concerto Lirico Corale che annualmente si svolge il 3 Febbraio in una gremita e palpitante Piazza del Duomo. Tra tradizione, innovazione, avanguardia e riscoperta, il Coro Lirico Siciliano, insieme alla brillante formazione orchestrale giovanile “Vincenzo Bellini” del Conservatorio etneo diretta dalla sapiente bacchetta di Giuseppe Romeo, ha fatto rivivere magiche atmosfere musicali di un tempo perduto in cui grandi compositori ed operisti impiegavano il loro genio per intessere le lodi canore della Martire catanese. Il programma ha previsto l’esecuzione di una intima e soave composizione di Salvatore Nicolosi Sciuto, in occasione del 140mo anniversario della nascita (1885 – 2025), la “Cantata in onore della nostra concittadina S. Agata”, che è stata riproposta in prima assoluta, nonché una parte dedicata alla musica liturgica con la suggestiva antifona «Stans beata Agatha» del maestro Filippo Tarallo e nota ai catanesi per via del tradizionale omaggio musicale che le monache benedettine tributano a S. Agata durante il transito del fercolo per via Crociferi; ed ancora la celebre composizione di Rosario Licciardello, “Inno del Centenario”, la devozionale “Coroncina” di Giuseppe Maugeri (nella elaborazione e in omaggio a Mons. Nunzio Schilirò, compianto maestro fondatore della Cappella Musicale del Duomo), il tradizionale canto popolare di Pietro Branchina “Viva Sant’Agata” e, in occasione dell’anno giubilare, l’inno ufficiale giubilare “Pellegrini di Speranza” scritto da Pierangelo Sequeri e musicato da Francesco Meneghello sui temi dell’anno Santo. L’accorato e partecipato omaggio per la Patrona della Città etnea, nella viglia della grande festa, ha visto anche la partecipazione del costituendo coro di voci bianche “I fanciulli di Agata”, formato dagli alunni delle scuole cittadine, con cui è stata ripristinata una antica tradizione che vede l’esibizione delle voci puerili in occasione della tanto acclamata “sira o tri”. Ha condotto la serata Ruggero Sardo.
Martedì 4 febbraio alle ore 5,30 forse il momento più toccante: il Busto Reliquiario della Santuzza insieme allo Scrigno argenteo opera di maestri argentieri capitanati dal grande Noara, con le Sacre Reliquie, è uscito dalla “Cameredda” tornando visibile a tutti i catanesi. Tre differenti chiavi, ciascuna custodita da una persona diversa, sono state necessarie per aprire il cancello di ferro che protegge le Reliquie in Cattedrale: una la custodisce il Cerimoniere, la seconda il Sindaco della città, la terza il Priore del Capitolo della Cattedrale. Quando la terza chiave ha tolto l’ultima mandata al cancello della cameretta in cui è custodito il Busto, e il sacello è stato aperto, il viso sorridente e sereno di Sant’Agata si è affacciato dai Sacri Cancelli nel crescente tripudio dei fedeli impazienti di rivederla. Luccicante di oro e di gemme preziose, il busto di Sant’Agata è stato issato su una piccola vara foderata di velluto rosso, il colore del sangue del martirio, ma anche il colore dei re, ed è stata posta nella zona del transetto in navata centrale.
Prima di lasciare la Cattedrale per la tradizionale processione lungo le vie della città, Catania ha dato il benvenuto alla sua Patrona con la cosiddetta “Messa dell’Aurora”. All’inizio della Processione, nelle prime ore del mattino, il Busto Reliquiario portato a spalla è stato posto sul Fercolo pronto per il “Giro Esterno” ed addobbato con garofani rosa che rappresentano per l’appunto il martirio della Patrona. Le vicende della storia della “Santuzza” si intrecciano con quella della città: il Duomo, i luoghi del martirio, percorsi in fretta, senza soste, quasi a evitare alla Santa il rinnovarsi del triste ricordo. Da menzionare la Salita dei Cappuccini e la recita dei Vespri a Sant’Agata La Vetere. Una sosta è stata fatta alla “Marina” da cui i catanesi, addolorati e inermi, videro partire le Reliquie della Santa per Costantinopoli, ma anche rientrare brillantemente grazie a due valorosi eroi, Gisliberto e Goselmo, che dormono il loro Sonno di Luce nella Cappella di Sant’Agata.
Mercoledì 5 febbraio il Solenne Pontificale in Duomo, che quest’anno è stato presieduto da Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo Metropolita di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, mentre alle 17,00 ha preso il via il “Giro Interno” che si è chiuso la mattina di martedì 6. In questa circostanza erano bianchi, segno di purezza, i fiori sul Fercolo che ha percorso le vie del centro di Catania, attraversando la celebre Via Caronda che idealmente “conduce all’Etna”, anche il “Borgo”, il quartiere che accolse i profughi da Misterbianco dopo l’eruzione del 1669. Il momento più atteso è stato il passaggio per la via di San Giuliano, che per la pendenza è il punto più pericoloso di tutta la processione. Si è rinnovato il tradizionale ed atteso canto delle Suore Benedettine del SS. Sacramento. Sono state come sempre grandi emozioni e momenti unici. I devoti hanno indossato il tradizionale “sacco”, un camice votivo di tela bianca lungo fino alla caviglia e stretto in vita da un cordoncino, un berretto di velluto nero, guanti bianchi e hanno sventolato un fazzoletto anch’esso bianco stirato a pieghe.
Sant’Agata disse, cosi come riportato negli atti del martirio, “PER ME CIVITAS CATANENSIUM SUBLIMATUR A CHRISTO”. Con questa frase auguriamo alla Città, alla nostra Regione, un meritato periodo di Rinascita, di Luce e di Bellezza!
