Forse Greta Thunberg pensava di dover approdare in Italia, come fu qualche anno fa, precisamente nel 2019 quando la sua collega attivista Carola Rackete ha forzato il blocco navale italiano speronando una nave della Guardia di Finanza, ma in Israele la musica è diversa e se sono accorti molto bene.
Per iniziare, ci troviamo in una zona di guerra, anche se probabilmente una forzatura di un blocco navale non sarebbe stata permessa neanche in tempi migliori…. tranne che…. tranne che non ci fossimo trovati in Italia ovviamente, dove è possibile speronare navi militari e indagare e processare chi cerca di difendere i confini.

Ma andiamo ai fatti accaduti ieri, 12 attivisti di diversi paesi (Francia, Spagna, Brasile, Turchia, Paesi Bassi e Svezia) tra i quali la famosa attivista svedese contro il cambiamento climatico Greta Thunberg e l’eurodeputata franco-palestinese Rima Hassan, a bordo della barca a vela Madlen della Freedom Flotilla, salpati la domenica dalla Sicilia, hanno proseguito per le acque internazionali con l’obiettivo di portare aiuti umanitari nella striscia di Gaza. Ma una volta arrivati nelle vicinanze delle coste israeliane, l’epilogo è stato differente da quello accaduto a Carola finendo per essere intercettati e abbordati dalla Marina militare israeliana.
Ovviamente il fine non è stato come quello di Carola Rackete, almeno per ora, che dalla sua Sea-Whatch 3 nel luglio 2019, riuscì a forzare il blocco navale, speronando una nave della Guardia di Finanza e anche se processata per “aver usato la forza contro una nave da guerra”, è stata assolta, anzi, per incoraggiarla è stata candidata ed eletta al Parlamento Europeo dall’estrema sinistra tedesca.
In Israele la storia ha seguito un’altra strada. Greta Thunberg e compagni volevano rompere il blocco navale israeliano ma la nave è stata intercettata da un’unità israeliana e dopo aver ignorato ripetuti avvertimenti di tornare indietro è stata abbordata e messa sotto sequestro.
Dura condanna e denuncia da parte di Greta che afferma: “Siamo stati rapiti in acque internazionali”, ovviamente il governo israeliano ha subito replicato: “Era uno yacht da selfie con un carico di aiuti esiguo” e anche il Ministero degli Esteri ha ricordato in quale scenario ci troviamo: “la zona marittima di Gaza rimane un’area di conflitto attivo e Hamas ha già sfruttato le rotte marittime per attacchi terroristici, incluso il massacro del 7 ottobre”, quindi nessuno può passare né tantomeno forzare il blocco, nessuno, neanche Greta perché “i tentativi non autorizzati di violare il blocco sono pericolosi, illegali e compromettono gli sforzi umanitari in corso”.
La nave Madleen è stata trainata verso il porto di Ashdod e gli attivisti a bordo sarebbero stati rimandati nei loro Paesi d’origine.
Ma gli attivisti avevano già previsto rdata illegalmente, il suo equipaggio civile disarmato è stato rapito e il suo carico salvavita, tra cui latte in polvere, cibo e forniture mediche, è stato confiscato”.
Ma quali sono state le reazioni internazionali?
La Turchia, che aveva degli attivisti a bordo della Madleen, ha denunciato una “flagrante violazione del diritto internazionale”, stessa intensità la reazione francese che tramite il Presidente Emmanuel Macron ha chiesto di “consentire il più presto possibile il rientro in Francia” dei sei connazionali.
Ovviamente anche le autorità svedesi si sono messe in contatto con il Governo israeliano per assistere Greta.
Ma Israele risponde e in modo molto forte accusando la Madleen “Thunberg e gli altri di aver tentato di inscenare una provocazione mediatica al solo scopo di ottenere pubblicità” facendo vedere i video integrali del massacro del 7 ottobre “perché vedano esattamente chi è il gruppo terroristico che sostengono e per conto del quale agiscono”.
