Nel dialogo con il Procuratore Crescenti uno spaccato a 360 gradi della società odierna, con la triste cronaca degli ultimi giorni riguardante Sara Campanella.
Nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 10 aprile 2025, a Palazzo D’Amico nel comune di Milazzo il giornalista Salvo Palazzolo, inviato speciale del quotidiano “la Repubblica”, ha presentato il suo primo romanzo “L’amore in questa Città” per Rizzoli. Una storia che è stata “oscurata” per anni quella di un femminicidio avvenuto a Palermo negli anni ’30, in un Paese in pieno Regime: il corpo di Cetti Zerilli viene ritrovato all’Università degli Studi, stranamente non si è scritto mai nulla, perché?

Andiamo con ordine, Palazzolo non ha certo bisogno di presentazioni: cronista di razza, da trent’anni racconta le trasformazioni del fenomeno mafioso dopo le stragi del 1992. È autore di numerosi saggi e molti scoop su Cosa Nostra. Con Agnese Borsellino ha scritto “Ti racconterò tutte le storie che potrò” (2013). Fra i suoi libri, “I pezzi mancanti” (2010), “La cattura”, “I misteri di Matteo Denaro e la mafia che cambia” (con il Procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, 2023), “Collusi” (con Nino Di Matteo, 2015), “I fratelli Graviano”, “Stragi di mafia, segreti, complicità” (2022).
Ieri, in apertura del suo dialogo con il Procuratore della Repubblica Emanuele Crescenti, ha così esordito: “Non è una cosa bella che un giornalista debba essere protetto solo perché dice la verità!”, con riferimento al fatto che lo Stato recentemente gli ha messo la scorta. Ed è stato molto interessante il confronto con il magistrato che guidò la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto e che lo ha incalzato su questa donna uccisa 90 anni addietro, della quale scomparve tutto, e della lotta del padre affinché fosse fatta giustizia (è stato accostato al padre dell’agente Agostino, che non tagliò mai la barba dal giorno della morte del figlio, perché l’avrebbe fatto esclusivamente il giorno in cui la giustizia avrebbe trionfato).
Il Dott. Crescenti ha poi chiesto al giornalista di soffermarsi sulla cronaca di questi ultimi giorni e sul femminicidio di Sara Campanella a Messina e Palazzolo ha affermato: “Se oggi c’è il problema della violenza di genere occorre lavorare sulla cultura, solo questa, come disse Bufalino, può sconfiggere la mafia. Ho trovato documenti all’Archivio di Stato e mi ha colpito come il Cancelliere dell’epoca avesse segnato con cura tutte le lettere che la Polizia sequestrò, lettere appassionate che furono “usate” per colpevolizzare la ragazza, come se questa passionalità facesse di lei una poco di buono.”
L’autore del romanzo ha evidenziato come il nome e la storia della vittima di femminicidio fosse stato cancellato per la sua storia con un gerarca fascista. Ed oggi la cosa importante è la società, siamo noi: “Cosa facciamo? Io sono stato a Messina, all’Università, ed ho scoperto cose assurde per i nostri tempi, ad esempio le amiche di Sara sapevano di questo ragazzo, del fatto che fosse andato oltre, ma non hanno parlato, non hanno consigliato a Sara di denunciare.
“Se ci pensiamo il silenzio calato ai tempi del regime non è solo del passato, ancora oggi esistono studentesse ritirate perché hanno fidanzati gelosi, l’ho appurato con grande stupore” ha detto il cronista palermitano, fra lo stupore dei presenti, aggiungendo: “Occorre andare nei luoghi e non rimanere a casa davanti ad un computer aspettando di scrivere che si è solidali, quel Cancelliere probabilmente raccoglieva materiale sperando che altri che fossero venuti dopo di lui avrebbero potuto far luce sulla vicenda e ristabilire verità e giustizia”.
Come detto questo è stato il primo romanzo di un giornalista che ha sempre scritto di cose legate alla cronaca nera ma al Procuratore Crescenti, che gli ha messo davanti questa sua peculiarità, Salvo Palazzolo ha risposto che “oggi deve vincere l’amore, la politica sta perdendo parole importanti, occorre recuperare un vocabolario civile, magari chiamando autori per riscriverlo, questo faceva Don Pino Puglisi, classico esempio di amore per il territorio che diede fastidio. Oggi che la droga invade i nostri territori, non si può delegare esclusivamente ai magistrati, occorre riconquistare il territorio!”.
Dopo aver ricordato anche il collega Beppe Alfano, figura e vittima importante per questo territorio e dopo aver salutato Gianluca Manca, fratello di Attilio, altra vittima innocente, ha chiuso con alcune significative parole che sono la cifra di questo cronista eccellente: “In questo momento di sfiducia generale occorre ritrovare nella storia di Cetti Zerilli quella testimonianza che, tramite le sue lettere ci stimoli tutti, le sue sono parole di libertà per scuoterci. Io quando scrivo, prima mi fermo e rifletto. Non so se sia per indecisione o insicurezza, probabilmente perché cerco di pensare se quella particolare notizia va data proprio in quella maniera o in modo differente. Racconto le storie di chi ha coraggio e le vivo. La scrittura è una cura… scrivete!”.
Un finale molto bello, tanti gli applausi, alcune domande dei presenti ai due protagonisti del confronto/dialogo ed il firmacopie di Salvo Palazzolo che ha chiuso una presentazione “viva”, interessante, dalla quale si evince che oggi è importante mettersi in gioco, spendersi per cercare di migliorare questa società e probabilmente il ruolo del giornalista, di chi documenta con professionalità, è di fondamentale importanza per stimolare la gente dal torpore nel quale questo mondo liquido è impaurito, lo ha gettato. Anche a questo serve il romanzo “L’amore in questa Città”.
La presentazione, patrocinata dal Comune di Milazzo, è stata organizzata dalla Pro Loco Città di Milazzo presieduta da Pasquale Saltalamacchia e della Mondadori Bookstore di Angelica Furnari.
– INTERVISTA A SALVO PALAZZOLO
– STRALCIO DELLA PRESENTAZIONE
