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Calcio – ACR Messina tra caos societario, procura invalida e trattativa fallita

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La città resta con il fiato sospeso

Messina – Il futuro dell’ACR Messina è appeso a un filo, stretto tra l’agonia sportiva di un campionato che sembra segnato e una vicenda societaria che ha assunto tratti farseschi. La giornata dell’11 aprile 2025 segna forse il punto più basso nella lunga storia del club. Una procura alla vendita giudicata priva di valore giuridico, accuse di inaffidabilità e una lettera pubblica che sancisce il fallimento della trattativa con la cordata americana Huddle. Sullo sfondo, la città di Messina, sempre più disillusa ma mai rassegnata. Alle 15 del pomeriggio, il sindaco Federico Basile riceve sul suo cellulare un PDF tramite WhatsApp. È la tanto attesa procura alla vendita delle quote dell’ACR Messina, inviata da AAD Invest Group. Ma qualcosa non quadra. Il documento è redatto in lingua francese, privo di firma digitale e non è mai stato depositato in originale presso uno studio notarile italiano. Il verdetto è lapidario.

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“Questa procura, così come inviata, non può essere utilizzata per la cessione delle quote”, afferma Basile. “È l’ennesimo episodio che evidenzia la totale mancanza di rispetto e serietà con cui è stata gestita questa vicenda”. Parole dure, che fotografano lo sconcerto istituzionale e popolare. “L’atteggiamento di AAD ha superato ogni limite e sfiora l’assurdo”, prosegue il primo cittadino, dichiarando di aver fatto tutto il possibile per facilitare un dialogo che, ad oggi, si è rivelato una farsa.

Nel pieno del caos, arriva una lettera aperta da parte di Francesco Borgosano, CEO della cordata americana Huddle, che nelle ultime settimane sembrava pronta ad acquisire il club. Borgosano, messinese di nascita, rompe il silenzio e racconta per la prima volta i retroscena di una trattativa iniziata in autunno con grandi ambizioni e conclusa nel più totale disincanto“. Volevamo restituire dignità al Messina. Abbiamo avviato una due diligence parziale, ma la situazione debitoria e legale rilevata non è compatibile con i nostri standard. Con rammarico, comunico l’impossibilità di procedere con l’acquisizione”. Le sue parole sono un misto di delusione e amore per la propria città. “Non cercavo visibilità e non la cercherò adesso. Resto tifoso del Messina, comunque vada. Ma mi sento di ringraziare il DS Roma, il mister Banchieri e tutti i ragazzi che, nonostante tutto, continuano a lottare.”

Nel frattempo, la squadra continua a vivere in un clima surreale. Con 19 punti in classifica e una penalizzazione di 4 punti, la salvezza appare lontanissima. L’ultima sconfitta contro il Sorrento ha aggravato una situazione già drammatica. Il tecnico Banchieri, uno dei pochi punti fermi in questo disastro organizzativo, ha più volte denunciato pubblicamente l’ingiustizia di alcune decisioni arbitrali, ma anche lui inizia a dare segnali di esasperazione. Sabato 19 aprile il Messina affronterà il Foggia in un match che sa già di ultima spiaggia. A questo punto, non è solo la categoria a rischio, ma l’esistenza stessa del club a essere in bilico.

Negli ultimi giorni, i tifosi del Messina sono scesi in piazza, sotto Palazzo Zanca, per chiedere trasparenza e rispetto. Striscioni, cori, lacrime e rabbia si sono alternati in un corteo che ha avuto l’unico merito di far sentire alla squadra che il popolo giallorosso non l’ha abbandonata.

Il sindaco ha accolto una delegazione, ribadendo il proprio sostegno morale e istituzionale, ma ha anche ammesso i limiti dell’amministrazione in una trattativa che resta di natura esclusivamente privata. “Oggi abbiamo la conferma che le nostre preoccupazioni erano fondate – ha dichiarato Basile -. Questa città merita di più, molto di più.”

La vicenda dell’ACR Messina è l’ennesimo esempio di come il calcio possa essere ferito, ma mai davvero sconfitto, da chi lo tratta come merce. Tra documenti inviati via chat, debiti non dichiarati e trattative opache, resta una verità inconfutabile. Il Messina non è solo una squadra. È una parte viva della città, della sua memoria, della sua identità.

Per questo, anche oggi, nonostante tutto, qualcuno continuerà a gridare “Forza Messina” dalla curva, in attesa di tempi migliori. Perché il Messina può anche retrocedere, può anche fallire, ma non morirà mai. Finché ci sarà un tifoso, una bandiera, un sogno.

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