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Catania. Il Presidente Coldiretti Prandini: “I dazi dannosi per il nostro settore!”

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Il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, a margine di un incontro con gli associati a Catania, si sofferma sugli eventuali dazi, imposti dagli Stati Uniti, che possono provocare danni all’economia e soprattutto al settore agroalimentare.

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“Ci eravamo augurati che il buonsenso potesse prevalere, purtroppo non è stato così, ma la diplomazia non deve cessare, soprattutto da parte dell’istituzione europea, nel perseguire un percorso che ci possa portare a recuperare l’introduzione di dazi del 20% da parte del presidente Donald Trump su tutti i settori merceologici europei ed italiani”. “Per quanto riguarda l’agroalimentare – sottolinea Prandini – è fuori dubbio che è un rischio enorme che vale 1,6 miliardi di euro di esportazioni che rischiamo di perdere, soprattutto su alcuni settori come quello vitivinicolo, un’eccellenza riconosciuta oggi dai consumatori statunitensi. E soprattutto è un settore che ha investito in maniera rilevante la qualità e il riconoscimento, da parte dei consumatori che l’hanno sempre più scelto, come un elemento distintivo proprio nella qualità del prodotto offerto”.

“Ancora una volta – aggiunge il presidente di Coldiretti – dovremo sapere mettere in campo un’azione forte da parte dell’Europa, con interlocuzioni di mediazione politica, ma anche preparando quella che può essere una risposta nel coinvolgimento di settori che fino ad oggi non sono stati presi in considerazione, come, ad esempio, tutto il mondo dei servizi e della finanza. Sotto questo punto di vista l’impegno di Coldiretti continuerà con un confronto costante con le istituzioni nazionali ed europee. E mai come in questo momento – osserva Prandini – dobbiamo fare in modo che l’Europa non si divida, che non prevalgano gli egoismi, ma ci sia una visione di coinvolgimento di tutti i 27 Stati membri, creando le condizioni per le quali si possano superare anche tutti quegli elementi che hanno contraddistinto l’Europa negli ultimi anni nell’introdurre una burocrazia inutile che ha penalizzato la crescita delle nostre imprese”.

Per il presidente di Coldiretti occorre “invece investendo in termini economici con l’iniezione di risorse per fare crescere in termini di competitività i nostri settori e con risorse per quanto riguarda la possibilità di arrivare su nuovi mercati che possano, seppur parzialmente, il rischio di perdita che avremo sul mercato Statunitense”.

 

 

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