Beffati Pogacar e Evenepoel. Van Aert quarto, Formolo miglior italiano al 27° posto
Maastricht (Paesi Bassi) – È una di quelle giornate che Mattias Skjelmose non dimenticherà mai. Il danese della Lidl-Trek ha conquistato l’Amstel Gold Race 2025 al termine di una corsa semplicemente folle, coronando un’azione di forza e intelligenza tattica che gli ha permesso di battere due dei corridori più forti del mondo, Tadej Pogacar e Remco Evenepoel, in una volata a tre da infarto. Dopo quasi un anno senza vittorie, Skjelmose torna sul gradino più alto del podio firmando il successo più prestigioso della sua carriera.

La 59ª edizione dell’Amstel Gold Race è partita da Maastricht sotto un cielo sereno e temperature ideali, intorno ai 15 gradi. Una giornata perfetta per vivere spettacolo sulle colline del Limburgo, e le attese non sono andate deluse. Il primo colpo di scena arriva già nei primi 30 km. Tadej Pogacar, fresco campione del mondo, resta attardato per un problema meccanico e perde circa 20 secondi. Ma grazie al lavoro dei compagni Narvaez e Wellens, lo sloveno riesce a rientrare prontamente nel gruppo principale. Come da tradizione, si forma la fuga di giornata formata da Cavagna (FDJ), Hessmann (Movistar), Stannard (Bahrain), Verstrynge (Alpecin), Drizners e Beullens (Lotto), de Vries e Johannik (Rockets). Il vantaggio massimo tocca i 4’30”, ma a 150 km dall’arrivo UAE Team Emirates, Soudal-QuickStep e Q36.5 Pro Cycling iniziano a lavorare con decisione per i propri capitani: Pogacar, Evenepoel e Pidcock. Un altro momento chiave arriva poco prima del Schanternelsweg. Cadono tre big belgi, Evenepoel, van Aert e Nys, ma tutti riescono a ripartire rapidamente e rientrare sul gruppo. Superato il primo passaggio sul Cauberg (quando mancano circa 70 km), il gruppo si ricompatta e prende forma la lunga attesa per il gran finale. Sul Gulperberg, è Julian Alaphilippe (Tudor) a rompere gli indugi. Pogacar lo segue, mentre Evenepoel e Van Aert si fanno sorprendere. Ma sul successivo Kruisberg (0,6 km all’8,5%), lo sloveno cambia passo, lascia Alaphilippe e parte da solo. Manca ancora 42,5 km all’arrivo, ma l’azione ricorda tante delle sue imprese recenti con una accelerazione brutale, stile elegante e vantaggio che cresce. Questa volta però Pogacar non fa il vuoto. Dietro di lui si forma una coppia inattesa quanto efficace composta da Remco Evenepoel e Mattias Skjelmose che decidono di unire le forze. I due si alternano con grande ritmo e riescono a ridurre progressivamente il distacco. La caccia si chiude a 8 km dal traguardo, poco prima dell’ultimo passaggio sul Cauberg, la salita-simbolo della corsa. È un momento di grande tensione. Evenepoel guida il terzetto, Pogacar alla ruota, Skjelmose chiude il gruppo. Nessuno vuole rischiare. Nessuno attacca. Tutti sanno che a decidere sarà lo
sprint. Lo lancia Remco Evenepoel, con grande anticipo. Pogacar sembra pronto a superarlo, ma è Skjelmose a trovare il varco giusto e piazzare la stoccata vincente. Una volata perfetta, in rimonta, che vale una carriera. Alle spalle dei tre, il gruppo degli inseguitori arriva a 34 secondi, regolato da Wout van Aert, ancora una volta piazzato ma lontano dalla vittoria. Subito dietro di lui Michael Matthews, Alexandre Balmer, Romain Grégoire, Tiesj Benoot, Tom Pidcock e Ben Healy completano la top ten. Giornata difficile per i colori azzurri. Il miglior italiano al traguardo è Davide Formolo, 27° a oltre 3 minuti, mai realmente nel vivo della corsa. Ancora una volta, l’Italia rimane ai margini in una Classica del Nord.
Per Mattias Skjelmose, 23 anni, è il punto più alto della carriera. Dopo una stagione 2024 complessa e senza successi, il corridore danese conquista il primo grande classico monumento della sua carriera, rilanciando anche le ambizioni della Lidl-Trek, già a quota 14 successi stagionali. Pogacar e Evenepoel incassano la sconfitta, ma confermano una condizione eccellente. Il Giro d’Italia si avvicina, e se queste sono le premesse, ci aspetta un maggio memorabile.
