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Istat: Culle più vuote, ma si vive di più

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Non ci sono più i siciliani d’un tempo, scatenati e prolifici. Quelli che non sbagliavano un colpo e la famiglia cresceva. Oggi le culle sono sempre più vuote e al parto si arriva più tardi. Popolazione in calo e sempre più anziana sono le conseguenze più immediate di tutto ciò.

A certificarlo è l’indagine annuale dell’Istat che fotografa il Paese al 31 dicembre 2024. In Sicilia i residenti sono scesi a quota 4.779.400 (-3,7 per mille), di cui 209.100 sono di origine straniera. Più preoccupante il dato relativo all’età: il 23,7% (quasi 1 su 3) della popolazione ha più di 65 anni, mentre i ragazzi con meno di 15 anni sono soltanto il 12,8%. La popolazione cosiddetta attiva (15 – 64 anni) è il 63,5% del totale. Con un’età media di 45,7 anni. Ma Messina (47,2 anni) ed Enna (47) sono ben più “anziane”. I più “giovani”, 44,5 anni, abitano a Ragusa, ma anche Catania, 44,8 anni, non va poi così male rispetto alla media.

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Sopra il milione di abitanti soltanto Palermo (-4,8 per mille) e Catania (-3 per mille), Messina si ferma invece a poco meno di 600mila residenti (-3,5 per mille). Fra le province siciliane, solo Ragusa registra un aumento della popolazione con un buon +5,5 per mille. Mentre Caltanissetta (-8,9 per mille) ed Enna (-7,6 per mille) fanno i conti con un serio problema demografico.

Momento di “crisi”, invece, per ginecologi e ostetrici. Si nasce meno. Soltanto 33.600 i bambini venuti alla luce nel corso del 2024, con un calo di 5,3 punti percentuali rispetto al 2023. A Palermo il maggior numero di nati, 8.700, seguita da Catania con 8.100, mentre Messina si ferma a 3.600. Tutte le province fanno segnare un calo ad eccezione di Agrigento, dove si segnala un +0,3 di incoraggiamento. Le mamme hanno un’età media di 31,7 anni e contano appena 1,27 figli a testa a fonte dell’1,32 del 2023 e dell’1,35 del 2022. Un calo progressivo che invita ad allargare il ragionamento ben oltre la carenza di servizi e i costi, visto che in Sicilia è ancora forte il supporto familiare.

 

Ma a fronte di tanti segni meno, una buona notizia c’è: si vive di più e si muore di meno. Nel 2024 l’aspettativa di vita è cresciuta in maniera eguale per uomini e donne, 6 mesi in media, ma sono quest’ultime, con 84,2 anni, a seppellire i mariti che si fermano a 80,2 anni. Gli uomini vivono di più a Ragusa (81,5 anni) e meno a Siracusa e Agrigento (79,6 anni). Le donne più longeve abitano in provincia di Enna (85 anni). Calano in maniera marcata, invece, i decessi. Anche le onoranze funebri devono quindi fare i conti con la contrazione del fatturato. Sono stati 52.600 i morti nel 2024, ben il 7,3 per cento in meno rispetto al 2023. A Palermo le esequie sono state 12.800 (-8,4%), a Catania 10.700 (-8,4%), a Messina 7.300 (-6,2). A Enna addirittura i decessi sono calati del 13,8%.

(Ettore Iacono)



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