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Barcellona. Lettera aperta di Calderone a Schifani per il Pronto soccorso

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Una lettera aperta al Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. Così il deputato nazionale di Forza Italia, Tommaso Calderone, continua la battaglia per l’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto.

Tommaso Calderone, deputato nazionale barcellonese, continua a giocare la partita con la Regione Siciliana e in questo caso con il vertice del governo, ovvero il Presidente, Renato Schifani, a cui manda una lettera per l’emergenza sanitaria che vivono circa 100 mila cittadini del comprensorio barcellonese, a causa della chiusura del pronto soccorso e di tutte le altre problematiche dell’ospedale “Cutroni Zodda”.
Evidenziando quello che è emerso nell’audizione avuta con l’Assessore regionale della Salute, Daniela Faraoni, dal ruolo che Calderone rappresenta a livello nazionale e cioè di Presidente della commissione bicamerale per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità, cioè le carenza del presidio di Barcellona e soprattutto del pronto soccorso, non “vi è alcuna chiara e concreta indicazione e previsione al riguardo.” Una condizione di stallo che rappresenta una chiara violazione dei Livelli Essenziali di Assistenza”.
Calderone rimarca che 100 mila cittadini del comprensorio sono privi di un presidio sanitario di emergenza, che aggravia anche le strutture limitrofe (Milazzo e Patti), “con rischi inaccettabili in termini di tempi di soccorso, di gestione delle urgenze e di diritto alla salute, come garantito dall’art. 32 della Costituzione”.
Nella lettera si sottolinea come anche nelle regioni a Statuto speciale come la Sicilia, la garanzia dei LEA rientra nei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione e tale responsabilità è in capo alla Regione, che ha l’obbligo “di assicurare equità, continuità e tempestività dei servizi”.
Alla fine il deputato barcellonese, rivolto al Presidente Schifani: “Le chiedo con forza un intervento fermo e risolutivo. Non è più accettabile che l’inerzia amministrativa comprometta la salvaguardia e la presa in carico della salute pubblica. Occorre restituire – continua Calderone – ai cittadini del comprensorio, ciò che la pianificazione sanitaria ha già riconosciuto come indispensabile: un Pronto Soccorso attivo, funzionante e dotato di tutte le risorse professionali e tecnologiche necessarie. Sono certo di una sua presa di posizione tempestiva e concreta – conclude Calderone – ponendo così fine ad una situazione inaccettabile ed un precedente pericoloso”.

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