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Calcio – Scommesse illegali, torna la bufera

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Calciatori coinvolti e indagini in corso

Dopo oltre un anno e mezzo dalla prima ondata mediatica che aveva già fatto tremare il mondo del calcio, la vicenda delle scommesse illegali torna prepotentemente alla ribalta. L’indagine, condotta dalla Procura di Milano in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha portato alla luce una fitta rete di giocate clandestine, incentrata soprattutto su piattaforme non autorizzate per il poker online e altri giochi d’azzardo. L’attenzione degli inquirenti si è concentrata su un giro milionario che coinvolge almeno una dozzina di calciatori professionisti, molti dei quali attualmente in attività nei principali campionati europei.

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L’inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Paolo Filippini e Giuseppe Amadeo e supervisionata dalla gip Lidia Castellucci, è nata come stralcio dell’indagine avviata precedentemente a Torino, ma si è rapidamente sviluppata autonomamente grazie a riscontri concreti su operazioni sospette e pagamenti tracciati. Il provvedimento più recente, un decreto di sequestro per un valore complessivo di un milione e mezzo di euro, riguarda episodi accaduti fino al 2023. Due sono i nomi che emergono con maggiore evidenza, Nicolò Fagioli e Sandro Tonali. Entrambi non si sarebbero limitati a scommettere, ma avrebbero avuto un ruolo più attivo nel sistema. Secondo gli atti, infatti, avrebbero agito come veri e propri promotori, raccogliendo adesioni tra amici e colleghi, con vantaggi economici derivanti dalla loro attività di intermediari. I bonus ottenuti in piattaforma e la riduzione dei debiti accumulati sarebbero stati il loro compenso per ogni nuovo scommettitore convinto a entrare nel giro. In questo contesto, Fagioli avrebbe perfino richiesto aiuto ad amici per fronteggiare le perdite. Tra questi, Federico Gatti, difensore della Juventus, che gli avrebbe prestato del denaro. Gatti, pur figurando nei documenti, non risulta indagato, così come altri sportivi che avrebbero solo fornito aiuto finanziario senza prendere parte direttamente alle scommesse.

Accanto a loro, l’inchiesta cita numerosi altri calciatori. Si tratta di figure di rilievo del panorama italiano e internazionale, che, stando a quanto emerso, avrebbero scommesso su giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La loro condotta non riguarderebbe il calcio giocato, ma partite di poker online o simili, in un contesto comunque vietato dalla normativa vigente. Le autorità giudiziarie, infatti, contestano loro l’articolo 4, comma 3, della legge del 1989 che regola il gioco d’azzardo, specificando che si tratta di partecipazione a giochi non autorizzati e non di alterazione di competizioni sportive. Uno degli aspetti più controversi e inquietanti emersi dall’inchiesta riguarda il sistema escogitato per il pagamento dei debiti contratti attraverso le scommesse. Gli organizzatori, in molti casi, concedevano credito ai giocatori, consentendo loro di continuare a puntare anche senza liquidità immediata. Quando i debiti crescevano oltre una certa soglia, veniva indicata una gioielleria come canale di pagamento. I calciatori, formalmente, effettuavano bonifici per l’acquisto di orologi di lusso, Rolex e simili,ricevendo in cambio una regolare fattura. Tuttavia, gli orologi rimanevano nel negozio, a disposizione degli organizzatori, mentre i giocatori uscivano con la sola documentazione fiscale in mano. Una simulazione ben costruita, che serviva a mascherare il reale scopo del trasferimento di denaro, rendendo apparentemente legale una transazione nata per saldare un debito illecito.

Se sul piano penale la posizione dei calciatori appare in parte alleggerita, dal momento che molti di loro potrebbero chiudere la questione versando un’oblazione, ovvero una somma di denaro per estinguere il reato, è dal punto di vista sportivo che si attendono le conseguenze più gravi. La Procura della Repubblica di Milano, diretta da Marcello Viola, ha annunciato la trasmissione degli atti alla Procura Federale della FIGC. Sarà quest’ultima a valutare la posizione disciplinare di ciascun tesserato, in base al Codice di Giustizia Sportiva. In questo ambito, le sanzioni potrebbero andare da semplici multe fino a squalifiche temporanee o, nei casi più gravi, alla radiazione.

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